Ero a Sella Nevea per un corso. Le chiacchiere durante la pausa pranzo al Gilberti interrotte dall’avanti e indietro al banco del rifugio.
Sulle parete ci sono molte belle foto in tema con il locale che ci ospita. Alcune sono a colori altre in bianco e nero. In una si vede la mano segnata dalle pareti, avvolta da un bocca di lupo annodato su un vecchio chiodo che regge un corpo; in un’altra una parete di stalattiti di ghiaccio incornicia un corpo che cammina su una cresta e poi ce n’era una sopra l’architrave della porta.
In questa ci sono delle montagne, una pianura e due bambini.
Vista e piaciuta. Chiedo alla gestrice se ne ha una copia, se mi può girare il file, se mi può imprestare il negativo.
No, non ne ha una copia; no, non mi può girare il file; no, non mi può imprestare il negativo. Mi racconta che l’ha notata su una bancarella durante un viaggio in Nepal; lì hanno una festa in cui montano le altalene per far giocare i bambini e la foto è stata scattata in una di quelle occasioni.
Posso fare una foto alla foto? Si, certo. Salgo sulla sedia, un po’ più… rotata così… zoooom-click.