Day two. Deja vu

Pomeriggio del non secondo giorno. Non sono alla scrivania e, di conseguenza, non sono davanti allo schermo di un computer.

E, non essendo lì, non è nemmeno possibile che abbia avuto un deja vu.

In altre parole, non ero lì, però, se fossi stato lì, giuro -giuro!- che avrei vissuto la sensazione di aver già visto la scena che mi si è proposta quando ho alzato gli occhi, spostato la testa di lato verso destra accompagnando il movimento con il corpo dando così spazio, nel campo visivo, alle tende a pannelli, bianche e lisce. Dietro al tessuto bianco -fossi stato lì- avrei intravisto i lineamenti del edificio difronte, marroncino.

Eh già, fossi stato lì, avrei ricordato che quel piano sequenza l’avevo già visto. Con una certa sicurezza avrei vissuto la sensazione di averlo visto in uno di quei sogni che precedono il risveglio. Quelli colorati.

Perché non ero lì? Sarà perché lunedì prossimo non è ancora arrivato e sapevo che dovevo aspettare ma non sapevo che quello che dovevo aspettare era lunedì. Chiaro no?

Alcune cose arrivano prima, alcune cose arrivano dopo. Ecco!