Il file video inserito in questo articolo è una breve parte di una registrazione pubblicata su YouTube del dibattito “Contempla il cielo e osserva” organizzato dall’Università di Catania a Marzo 2016.
Il brano è una riflessione che lo scienziato Carlo Rovelli ha condiviso con gli spettatori prima di iniziare il confronto con Mons. Ravasi.
Mi è piaciuto e voglio averlo sempre a “portata di mano”.
Qui di seguito la trascrizione del testo letto dal Prof. Rovelli.
Io sono ateo e vengo in quanto tale, qui, a parlare con infinito rispetto, evidentemente come penso sia necessario, con chi vede il mondo in maniera diversa da me, ma anche presentare il mondo come lo vedo io. E penso questo è il senso di questo invito.
Allora io volevo cominciare, se mi permette, con –siccome in Italia non è facile dire sono ateo, perché la cosa, la parola viene subito caricata di un peso– col dire perché sono ateo.
Ho pensato di dirlo leggendo una mezza paginetta che ho scritto un po’ di tempo fa, è brevissima se mi permette, è solo, è solo questa: quando questa domanda mi è stata posta da molte persone, avendo io detto pubblicamente quello che penso, molte persone mi hanno chiesto perché non credo in Dio e questa è la mia risposta, se mi dà due minuti la leggo.
Perché sono ateo…
Recentemente diversi amici mi hanno chiesto perché non credo in Dio: ecco la mia risposta.
A me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene.
A me non piacciono quelli che sono buoni per piacere di Dio, per piacere a Dio, preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni.
Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che soffrono.
Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e compassione per la gente.
A me non piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone stando zitto dentro una chiesa ascoltando una funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone guardandomi amici negli occhi, parlando con loro, guardando il loro sorriso.
Non mi piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio l’ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così bella.
A me non piace consolarmi della morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi piace guardare in faccia la limitatezza della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte.
Non mi piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio, mi piace chiudermi nel silenzio e ascoltare le profondità infinite del silenzio.
Non mi piace ringraziare Dio.
Mi piace svegliarmi il mattino, guardare il mare, ringraziare il vento, le onde, il cielo, il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere il sole che si alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo. Penso che chi dice di saperlo si illude. Preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione, tremenda, piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole.
A me non piacciono coloro che credono in Dio e sanno dove sta la verità perché penso che in realtà siano ignorante quanto me.
Penso che il mondo è per noi ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono le risposte, mi piacciono di più quelli che le risposte le cercano e dicono: “Non lo so.”
Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace parlare alle piante, dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi piace guardare il cielo, in silenzio. Mi piacciono le stelle. Mi piacciono infinitamente le stelle.
Non mi piace chi si rifugia delle braccia di una religione quando è sperso, quando soffre. Preferisco chi accetta il vento della vita e sa che gli uccelli dell’aria hanno il loro nido ma il figlio dell’uomo non dove posare il suo capo.
E siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio.