Ieri, domenica, ho fatto un salto nel vuoto. E mi è piaciuto!
Ho avuto la fortuna di essere il riciclatore di un regalo che per qualche motivo non è potuto arrivare al destinatario originale.
Senti… ti andrebbe di fare un salto con il paracadute?
È cominciata così. È continuata con una telefonata al centro di paracadutismo e con l’occhio al meteo fino a che è arrivato il momento di salire sull’aereo.
Un ripasso delle manovre che saranno svolte durante la caduta libera e poi è ora di mettere i piedi fuori dal portellone e sotto alla fusoliera.
Il primo piede è fuori: è ora di saltare.
Tra queste due foto qui sopra e quelle qui sotto c’è l’apertura del paracadute, un po’ di discesa, due o tre virate nel corso delle quali la vela era sotto di noi, lo stomaco è finito molto vicino alla gola, c’è stato l’accenno ad un paio di giracapo… però bello! Ecco.
Se dovessi dire quanto è durata la discesa con il paracadute… direi “è durata” più di quello che è durato sull’orologio.
Adesso mi mancherebbe solo la tuta alare… ma non credo completerò questo passo.
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