Da un po’ di tempo bolle in pentola. Ho già condiviso questi pensieri con alcuni amici. Oggi li carico sull’unità di back-up.
Sulle cose che mi riguardano. Fintantoché non si riflettono sulla vita degli altri, specialmente se in modo negativo.
Sulle questioni strettamente personali, come la mia vita e la mia morte -e sottolineo mia– voglio decidere io.
Una riflessione alla quale non avevo prestato molta attenzione; meglio: non avevo avuto necessità di prestare molta attenzione fino allo scorso maggio, maggio 2008.
Alcuni ragionamenti erano passati alti, come i jet, e, come loro, hanno lasciato delle scie. Altri stati stimolati dal caso di Eluana e dalla punta dedicata al testamento biologico di ndp-Niente di Personale condotta da Antonello piroso (qui il video dell’intera puntata).
In questi giorni, in un paio di servizi dei telegiornali, hanno ricordato che i medici non sono vincolati dalle DAT Dichiarazioni Anticipate di Trattamento.
In un articolo su Il Sole 24 Ore dello scorso 26 marzo 2009 si legge, parlando del Senato:
L’aula ha, infatti, approvato un emendamento del senatore Antonio Fosson (Udc-Svp-Autonomie) che cambia il primo comma dell’articolo 4, che, per una modifica in commissione voluta dalla maggioranza, stabiliva che le Dichiarazioni anticipate di trattamento «non sono obbligatorie, ma sono vincolanti». L’emendamento approvato in aula sopprime le parole «ma sono vincolanti»
Ad oggi il Disegno di Legge non è ancora stato discusso dalla Camera dei Deputati. Tocca aspettare e vedere.
Ma… ‘cccidenti! La vita di chi è?
Ribadisco: fintantoché non creo difficoltà ad altre persone, la decisione sulla mia vita è una mia decisione. Punto.