I sacchetti del pane, quelle buste di carta marroncina o bianca con stampato sopra il disegnino del panificio.
Svuotati dal pane sono pieni di briciole ed immancabilmente spiegazzati.
Mani attente, premurose e previdenti con cura li capovolgono e li scuotono per far cadere le briciole dove possano non andar sprecate; dita precise ed attente ripassano le piegature; palmi forti appiattiscono e ripiegano la carta prima di riporla in credenza.
È un ricordo che questa sera ho rivissuto più vivamente di altre volte.
Questa sera mia mamma ha preso uno di quei sacchetti, lo ha dispiegato per mettere al suo interno una fetta di torta da portare a casa.
La parte di sacchetto vicino all’imboccatura del sacchetto, la parte in più è stata appiattita lungo le piegature, gli angoli alle estremità sono stati ripiegati verso il centro e la punta così formata è stata ripiegata.
Da mani attente, premurose e previdenti.
Questa sera ho visto mia mamma compiere questi gesti, ho rivisto sua mamma fare per me gli stessi gesti, una mattina, prima di accompagnarmi in strada ad aspettare il corrierino dell’asilo.